Ho partecipato ad un workshop organizzato da Alchema che, tra i primi in Italia, vuole promuovere il
concetto che si sta facendo strada in tutto il mondo, un’economia nella
quale i prodotti di oggi sono le risorse di domani, in altre parole
un’economia circolare
L’economia circolare si pone in
contrapposizione al tradizionale modello di consumo lineare (in cui tra
il 60 e l’80% delle risorse viene sprecato al termine del percorso
lineare estrazione-produzione-consumo-rifiuto), questo nuovo modo di
concepire i prodotti presuppone un nuovo modo di fare impresa
riassumibile con due obiettivi principali:
- risolvere, almeno in parte, il
problema dell’approvvigionamento delle materie prime che, come è ovvio,
non sono infinite, sono di difficile accesso, hanno costi crescenti e
fortemente variabili;
- limitare la produzione di rifiuti da
parte del sistema industriale, contribuendo a diminuire i costi
economici e ambientali dei processi di smaltimento e innescando un
circolo virtuoso in un mondo di risorse finite.
Non si tratta soltanto di un sogno ma di una transizione già in corso,
non foss’altro perché secondo stime contenute nel report “Towards the
circular economy”, realizzato da McKinsey su commissione della Ellen MacArthur Foundation
– l’economia circolare potrebbe permettere ben 630 miliardi di dollari
all’anno di risparmi, cifra pari al 23% dell’attuale spesa per le
materie prime e a circa il 3,5% del PIL europeo.